Una delle prime domande che sorge alla mente di chi vuole lanciarsi nel business del Self Publishing è proprio relativa alla forma fiscale di questa attività. Infatti, in Italia, sentiamo molto il “problema” del fisco – complici anche televisione e giornali, e ci poniamo il problema di come pagare le tasse prima ancora di come guadagnare.

Vediamo di chiarire alcuni aspetti su questo argomento che potrebbero non essere scontati. Tieni a mente, tuttavia, che non sono un commercialista e le informazioni che ti comunicherò in questo articolo sono frutto della mia esperienza personale e non di studio e informazione sull’argomento – ovvero, ti consiglio di chiedere una consulenza ad un commercialista prima di iniziare perchè le leggi cambiano continuamente e la soluzione ideale dipende dalla tua situazione personale, lavorativa e patrimoniale.

Devo aprire una Partita IVA o una Società?

Per fare Kindle Publishing, in linea di massima, non hai bisogno di una partita IVA né di una società, di una ditta individuale o altro.

Come è possibile vendere libri senza neanche una partita IVA?

Questo è il primo errore. Tu non stai vendendo libri. Tu stai pubblicando libri – ed è Amazon a venderli.
Non sei tu, infatti, che realizzi il prodotto del libro. Per fare Self Publishing non hai bisogno di stampare i libri, né di gestire gli ordini, ricevere i pagamenti dalle vendite e quant’altro. Amazon si occupa di tutto questo – e, auspicabilmente, ci paga le tasse.

Il tuo ruolo all’interno di questo sistema è in uno step prima: tu concedi ad Amazon la licenza di vendere i libri sui quali hai i diritti d’autore. E Amazon ti paga per questo, in base a quanti libri sono venduti e a tanti altri parametri.

Per questo motivo parliamo sempre di royalty e non di reddito da vendita dei libri.

Certo, è nostro interesse fare in modo che Amazon venda il più possibile per massimizzare le nostre royalty, ma sempre di royalty si tratta.

Ed è possibile incassare royalty da Kindle Publishing in tantissimi modi diversi: con Partita IVA per Ditta Individuale, con una Società, o addirittura da cittadino privato. Niente impedisce, infatti, ad un privato senza alcuna partita IVA di concedere in licenza ad un terzo un prodotto del proprio ingegno – che si tratti di un libro, un marchio o un brevetto, per produrne un risultato economico a vantaggio di entrambi.

Tuttavia, questo non vuol dire che non dovrai pagarci le tasse. Queste entrate, anche da cittadino privato, dovranno essere dichiarate anno dopo anno e ti troverai a pagare una tassazione che dipende dagli importi – vedi le tabelle IRPEF, comunque si parte da un 23% sull’imponibile, che è una frazione del totale incassato!

Come vedi si tratta di tasse relativamente basse e del tutto abbordabili, nonostante quello che si dica sulla tassazione in Italia.
Ora non hai più scuse: puoi iniziare senza partita IVA e con una tassazione agevolata!

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